No way out. Ed il piacere di farcela.

No way out. Ed il piacere di farcela

Scelgo questo titolo in inglese, non per adeguarmi agli inglesismi che stanno infestando la nostra lingua, ma solo perchè in tre parole incarna un concetto che nelle prossime righe cercherò di contestualizzare e che mi ha accompagnato spesso durante le varie esperienze della mia vita.

No way out significa nessuna via d’uscita ed a primo impatto suona come qualcosa di sinistro e costrittivo, che può spaventare e dare un senso di chiusura fisica e mentale. In effetti se si chiudono gli occhi, l’idea di una gabbia o di una stanza murata dalle quali è impossibile uscire sono i principali scenari che si creano. Nella realtà basta cambiare la prospettiva e come spesso accade possiamo trasformare qualcosa di lugubre in qualcosa di sano, che ci aiuta a fare un passo avanti, centrare i nostri obiettivi e modificare le nostre abitudini.

Inutile dire che sono un cultore del sacrificio e del duro lavoro come forma di crescita e come ingredienti nelle vittorie personali (qualsiasi esse siano), e quindi la logica conseguenza è di vedere nelle difficoltà sempre un’opportunità. Ed adesso nella maniera più semplice possibile come insegna Marco Aurelio nei suoi volumi, cercherò di esprimere il mio pensiero.

Nella vita quotidiana, in ogni frangente, siamo costretti a decidere se fare le cose con sufficienza o farle con passione e fatte bene indipendentemente dal fatto che ci piacciano o no. Quello che può essere riassunto con poche parole: bisogna fare ciò che si deve fare non ciò che ci piace fare.

Lungi da me essere prostrato alle difficoltà della vita o accettare l’inaccettabile, non è questo il nocciolo del discorso, ovviamente bisogna sempre inseguire le migliori condizioni di vita, lavoro, sportive ecc ecc ma la realtà è che non sono sempre immediate e che vanno guadagnate. Per questo, il percorso la maggior parte delle volte è duro e irto di ostacoli ma facendo leva sulla voglia di fare arriveremo sempre in un posto migliore di quello che abbiamo lasciato. Approcciare la vita con determinazione è il fulcro.

Lo sport è quello che più enfatizza questa teoria e che la rende pratica. Ogni giorno molte persone superano se stesse, abbattono record e migliorano prestazioni che via via nel tempo diventano granitiche e solide, come granitica e solida diventerà la personalità di chi approccia in questo modo la vita nella sua completezza. Ai ragazzini e ragazzine a cui insegno cerco sempre di fare leva sul senso di competenza, sul piacere di arrivare con la fatica e il sudore perchè è tramite questo impegno straordinario, che si crea un circolo autonomo che li porterà ad abbandonare la mediocrità e la pigrizia. Se impareranno ad accettare di impegnarsi sempre con questa mentalità, paradossalmente si sentiranno a loro agio anche quando non ci saranno incentivi di nessun tipo se non la voglia di abbattere un limite proprio.

Diventa allora un modo per sperimentare il proprio controllo sulla realtà espresso sotto forma di padronanza del corpo e dello spirito.

E così senza nessuno segreto si arriverà ad uscire dal quel no way out che tanto blocca le menti e le anime delle persone.

Francesco Gardini

Gli articoli che scrivo sono frutto delle mie emozioni e spesso delle letture a cui mi appassiono. Non mancheranno quindi pensieri di scrittori che adoro come Trabucchi, Thoreau, Pasolini, Saramago, Zola, Marco Aurelio e lirici greci.